Lettura vocazionale del Vangelo domenicale
XXXIII Domenica T. O. – 2013
Vangelo:
Lc 21,5-19
Vangelo: Lc 21,5-19
Il “sì” che ogni credente dice alla sequela di Gesù va continuamente rinnovato perché il compimento dell’opera che Dio ha iniziato in noi richiede tempo, il tempo di una vita intera, un tempo che ci chiede l’atteggiamento dell’attesa: la perseveranza di cui parla Gesù ai suoi discepoli è la capacità di attendere con pazienza e nonostante tutto.
La perseveranza è importante per evitare alcuni rischi che emergono dal brano di questa Domenica.
C’è il rischio di fidarsi troppo di ciò che è il risultato, pur bello, delle opere umane, come le belle pietre del tempio: il lavoro dell’uomo può produrre cose mirabili, ma rimane pur sempre prodotto dell’uomo, legato alla fragilità e alla corruzione. Non è la nostra abilità a fare le cose che ci permette di seguire il Signore.
C’è il rischio di cadere nell’ansia della ricerca di risposte veloci e perfette a tutte le domande che abbiamo sul mistero della vita. Gesù ci mette in guardia da chi offre facili risposte a buon mercato indicando qui o li in modo certo la presenza del Regno di Dio. Non sono queste false certezze che ci permettono di seguire il Signore.
C’è il rischio di lasciarsi ingannare da chi spaventa il nostro cuore con il pessimismo distruttivo che vede il male ovunque ed è senza speranza. Anche di fronte all’evidente male presente nel mondo Gesù ci chiede di saper attendere che la potenza della Risurrezione compia il giudizio di salvezza sulla storia e sul mondo. Un cuore senza speranza non può seguire il Signore.
La perseveranza invece è quella che ci permette di seguire il Signore, perché salva la nostra vita, perché ci offre la dimensione di pienezza e di eternità che stiamo cercando e che ogni uomo desidera, e alla quale ci chiama il Signore.
L’ampiezza, la larghezza, etc vedi san Paolo
Aprendoci questo sguardo sulla storia e sul mondo la perseveranza ci dono quella serenità che permette di seguire il Signore e di essere suoi discepoli felici e credenti.
Signore, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare;
la forza ed il coraggio di cambiare le cose che posso cambiare;
e la saggezza di conoscerne la differenza.
Vivendo un giorno alla volta;
godendo di un momento alla volta;
accettando le avversità come la via alla pace;
prendendo, come Egli stesso ha fatto,
questo mondo di peccati com'è, e non come lo vorrei io;
fidandomi che Egli farà tutto giusto se mi arrendo alla Sua volontà;
che io sia ragionevolmente felice in questa vita
e supremamente felice con Lui per sempre nella prossima.
Pastore Friedrich Christoph, anno 1782
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