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Brano di riferimento: Lc 15, 1-10

Si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola:
«Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l'ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: «Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta». Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.
Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: «Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto». Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».

Da più di qualche anno incontro giovani – nei campiscuola o per un dialogo personale – e spesso mi sento chiedere: “Don Gigi, io non ho la fede… faccio fatica a credere in Dio… vorrei credere in Lui”… e cerco di camminare con loro; di dire loro – come riesco – la mia fede, la mia povera e piccola fede; e prego per loro, prego con loro… ed è un’esperienza molto bella, semplice, piena di gioia, per tutti. Ma non sempre. Spero di non scandalizzarvi… ma mi è capitato qualche volta – adesso vi faccio una confessione che davvero non ho mai fatto a nessuno – di dire il Signore: “Signore, meno male che questo giovane non crede… meno male che è ateo!” Ma sono andato anche un po’ oltre, spero di non scandalizzarvi. Ho anche pensato tra me e me: “Aveva ragione Marx quando diceva che la religione è l’oppio dei popoli”. “Aveva ragione anche Freud quando diceva che la religione è la proiezione inconscia dei propri bisogni frustrati…”. E’ una confidenza quella che vi faccio. Ma davvero mi è successo così.


Ecco allora quanto è importante il tema di questo primo incontro della Scuola di Preghiera: “Gioia nel cielo… quando vediamo il suo Volto”. Potremmo anche tradurlo così: “Gioia nel cielo… quando vediamo il volto del Dio vivo e vero”. Sì… perché succede spesso che diventiamo atei, agnostici, non credenti… o semplicemente “credenti che non credono”, perché abbiamo sbagliato volto… cioè, abbiamo sbagliato Dio! E quando tu credi in un dio che è morto e falso, cominci a diventare ateo. E – mi verrebbe da aggiungere – per fortuna!

Ma come può accadere questo?! Dopo anni di catechismo in parrocchia, di campiscuola, di gruppo, di Grest… e la prima comunione e la Cresima… come può accadere che diventi ateo? Beh, se ci pensate è semplice. Mentre tu stai crescendo, e con te sta crescendo anche la tua fede, ad un certo punto può succedere che tra te e il Dio vivo e vero si intrometta un “terzo incomodo”… e tu non te ne accorgi. Continui ad andare a Messa la domenica, fai il Grest e intanto questo “terzo incomodo” comincia a disegnare nel tuo cuore una caricatura di Dio, una specie di “dio minore”… e tu non te ne accorgi. Continui ad andare ai campiscuola e ti confessi e magari vai anche alla Scuola di Preghiera e intanto questo “terzi incomodo” continua il suo disegno nel tuo cuore. Prima usa la matita, poi il grigio, poi il carboncino… non usa i colori, perché non gli piacciono. E intanto disegna, disegna… Al primo momento di crisi, quando il tuo cuore comincia a sentire il bisogno del Dio vivo e vero, cosa ti ritrovi addosso? Gli idoli… questi “dei minori” che il “terzo incomodo” ha disegnato, indisturbato, e ha tenuto lì, nascosti, fino a quel momento.

Ne volete conoscere qualcuno? Ve ne presento tre, ma sono molti di più!

  • Il primo: il “dio super esigente e legalista”. E’ quello dei farisei di cui ci ha parlato il Vangelo. Di fronte a lui, non puoi mai stare in pace, perché ti pare di non fare mai abbastanza… non riesci mai a farlo contento. E’ sempre lì che ti dice: “Devi fare così… devi fare colà… devi fare questo… devi fare quest’altro!”. E tu lo adori, lo metti sull’altare del tuo cuore e lo adori. E diventi esigente con gli altri, a volte anche un po’ pretenzioso e duro e fai fatica ad accettare i limiti e i difetti tuoi e degli altri.

  • Il secondo: il “dio bonaccione”. E’ fratello gemello del primo, anche se sono uno l’opposto dell’altro. Questo qui è coccoloso, è cucciolotto… dice sempre che ti vuole bene: “Ti perdono, ti perdono”, ma alla fine ti senti sempre vuoto. Al contrario del suo gemello, cerca sempre di evitarti le responsabilità…e dice di perdonarti sempre, dice di essere misericordioso… eppure, tu sei sempre insoddisfatto, inquieto, sempre più smarrito. E lo adori. Anche lui va a finire sull’altare del tuo cuore. E tu ti perdi.

  • Il terzo: il “dio usa e getta”. Questo è cugino degli altri due. Sa dire soltanto una frase: “Quando vuoi tu. Quando vuoi tu”. Cioè: quando vuoi pregarlo, lui c’è e si veste da dio onnipotente, promettendoti di risolvere tutti i tuoi problemi e i problemi del mondo. E tu ci credi! E tu lo adori… anche lui, lo adori sull’altare del tuo cuore. Poi, quando ti accorgi che ti sta prendendo in giro, allora si gira dall’altra parte e ti ride dietro, ti prende in giro, ti tratta da illuso. E tu ti arrabbi, perché ti ritrovi con i problemi di prima, ti accorgi che il mondo non è cambiato e – per di più – ti senti umiliato. “Oltre al danno, la beffa”. E allora dici: “Non crederò più in Dio”. Peccato che quello sia un idolo, non il Dio vivo e vero.

 Se questi sono “dio”, allora hanno ragione Marx e Freud: è tanto meglio essere atei! Lorenzo, sai cosa devi fare di questi idoli!


Ma… è proprio vero che è meglio essere atei?! E se su quell’altare ci fosse un Dio diverso? Se sull’altare del mio cuore, un Altro Dio potesse essere adorato? E se al posto di questi idoli io potessi contemplare un altro volto? Magari il volto di quel Dio che Gesù ci ha mostrato nel Vangelo: il Dio davvero misericordioso… perché è il Dio vivo e vero! Anche Lui è un po’ esigente: ma non per se stesso, piuttosto lo è per te! Non disdegna le regole… anzi, te le dona per la tua felicità! Ma questa è la differenza: Lui è vivo e vero! E soprattutto gli piace la gioia. Lo conosceremo lungo il cammino della Scuola di Preghiera di quest’anno.

Gli piace la gioia, dicevamo. Sì, la gioia gli piace davvero tanto. Gli piace così tanto la gioia che di gioia sa riempire il cielo, tutto il cielo! Al punto che se ne rallegrano i suoi Angeli e tutti i Santi. E perché così tanta gioia? Cosa c’è che lo fa essere così contento? Ce lo dice Gesù: “così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione”. E poi ancora: “Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte”. Eh… insomma… la cosa si fa complicata! Eppure è così.

  • Dio dice: “Il mio cuore è pieno di gioia quando un peccatore si converte, perché il peccatore è roba mia!” Lui ne è geloso, lo vuole tutto per sé. Appunto: come il pastore che cerca la pecora perduta… come la donna che cerca la moneta perdura… Dio è triste quando anche uno solo dei suoi figli si perde. E allora si mette a cercarlo, lo cerca, lo cerca ancora… Lo vuole a tutti i costi, perché è roba sua. Dice: “il peccatore, lo voglio a tutti i costi: è roba mia! Lascialo stare: lui è mio!”. Io sono “roba sua”. Io… peccatore… che spesso non voglio convertirmi, che il più delle volte non ne sono capace, o non ne ho voglia, perché mi pare di fare brutta figura e ho paura di essere considerato diverso da tutti gli altri… io sono roba sua. Il peccatore che c’è in me è roba sua. Quella cosa che Lui cerca… sono io! Sì, sono proprio io

  • Ma non gli basta. La sua gioia, quella unica gioia che può riempire il cielo, Lui non la tiene per sé, ma la vuole condividere con ciascuno di noi: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. “Ma come, Signore? Se il peccatore è cosa tua, sono affari tuoi se lui si converte o meno… non è un problema mio!”. Ma Lui non si arrende: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. “Non sono affari miei, Signore. La conversione di mio fratello è un problema tuo”. “Rallegrati anche tu con me… prendi parte alla gioia del tuo Signore! Se non sei contento con me, se la mia gioia non ti tocca dentro… come farò a stare sull’altare del tuo cuore?!”

Per la preghiera personale:

“Signore Gesù Cristo, donami di vedere il tuo volto. Donami di vedere in te il Dio vivo e vero”

“Signore Gesù, liberami dalla paura di non essere da te amato e perdonato. Rendimi la gioia del cielo, quella che tu doni a me come se fossi l’unico e ai miei fratelli perché siamo in te un unico corpo”

“Signore, abbi pietà di me, povero peccatore! Io sono tuo… il mio peccato è roba tua… tu mi stai cercando: donami di lasciarmi trovare da te”

“Signore Gesù Cristo, aiutami a rallegrarmi con te. Rendimi partecipe della tua gioia, della tua allegria per i miei fratelli… che tu perdoni e ami, così come perdoni e ami me”

“Signore, sull’altare del mio cuore, sopra i frammenti degli idoli, donami di adorare te, il Dio vivo e vero”

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