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Cambio destinazione d'uso

La dedicazione della basilica lateranense a Roma nel IV secolo d.C. è stata una sorta di cambio di destinazione d'uso di quello che era il palazzo imperiale di Costantino: da quel momento esso divenne segno dell'unità della Chiesa che vuole radunare attorno a sé tutti i discepoli di Gesù sparsi nel mondo, anche nel segno visibile di un unico edificio-chiesa, un segno della Casa del Padre.
Nel vangelo che si proclama in questa occasione Gesù contesta un idea di tempio che facilmente diventa luogo per un culto fasullo, feticista e utilitarista, un modo di pregare senza il suo senso cristiano. Infatti non è in questione il bisogno di un edificio vero e proprio, come il tempio di Gerusalemme. L'edificio è comunque il luogo dove abita il padre: Gesù dice che è casa sua. Ma è la destinazione d'uso che è sbagliata: "ne avete fatto un emporio", un centro commerciale o una botteghetta; lo avete fatto diventare luogo di idoli in vendita e non la casa del Padre che incontra i suoi figli.
La religione di mercato è entrata nel Tempio (forse anche in qualche chiesa?) cambiandone la destinazione per la quale esso era desiderato e costruito e l'idea diabolica che ne deriva è che pagando una prestazione religiosa, una tangentina spirituale, si possa ottenere un servizio o magari si possa sistemare la propria vita nonostante scelte compiute superficialmente.
Tuttavia il gesto energico di Gesù non è contro le persone. Egli sferza il nostro stile di pregare, guastato dalla logica "io ti do-tu mi dai" con la quale oscuriamo il volto di Dio travisando la sua volontà anche misconoscendo la sua chiamata su di noi e sulla nostra vita.
Dunque: un vangelo pasquale, novità assoluta! Il luogo tempio-chiesa cambia destinazione d'uso: diventa luogo che ci impegna e ci ridona dignità e coraggio per riconoscere che ciascuno è tempio di Dio, luogo di preghiera e di incontro con Lui in una novità sempre da creare, in una ristrutturazione continua per assumere la bellezza della vita cristiana, attraverso la propria vocazione. Il signore Gesù sembra guardare oggi ciascuno di noi mentre siamo nel nostro tempio-chiesa parrocchiale e sembra chiederci: "A cosa è destinato il tempio della tua vita, luogo dove si colloca e prende vita il Vangelo?"
Chiediamoci con trepidazione se stiamo realizzando ciò a cui siamo "destinati", perché Santo è il tempio di Dio, che siamo noi (Cf. 1 Cor 3, 17)

Preghiera

Padre onnipotente, preghiamo la tua misericordia:
donaci non solo di ascoltare la tua parola,
ma anche di metterla in pratica.
Distruggi in noi ciò che deve essere distrutto
e vivifica ciò che deve essere vivificato.
Concedici, Padre santo, di credere con il cuore,
di professare con la parola,
di confermare con le opere la tua alleanza con noi.
Così gli uomini, vedendo le nostre opere buone,
glorificheranno te, Padre nostro che sei nei cieli.
Per Gesù Cristo nostro Signore,
al quale spetta la gloria nei secoli dei secoli. Amen.

Origene (185-253)

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