
Alla soglia dei 98 anni, Gigi Barel è tornato alla Casa del Padre.
Per oltre 70 anni ha amato e servito il nostro Seminario vescovile con passione, impegno e generosità, divenendo per tutti (seminaristi, educatori, professori e colleghi di lavoro) presenza familiare e preziosa.
“Gigi è stato un pane buono – ha detto il parroco don Graziano nell’omelia del suo funerale -. Pane buono per quel suo modo costante di essere: tranquillo, il dir sempre bene, pacificatore, assolutamente contrario alle liti, di buon umore. Pane buono che, come diciamo nella liturgia, è frutto della terra e del lavoro dell’uomo: instancabile lavoratore, sorretto dal vigore sempre giovanile e da una salute di ferro, ha sempre ritenuto che la pensione non iniziasse prima dei 90 anni. Il pane che si assapora sulla tavola di famiglia: era infatti molto legato alla moglie Eda, mancata da anni, e ai figli Claudio, Roberto e Mario.
Di Gigi va particolarmente sottolineato il lungo servizio prestato al Seminario in una sorta di simbiosi naturale: il Seminario gli ha dato lavoro e casa. Ed egli ha dato tanto al Seminario con disponibilità e servizio. E al tempo stesso ha ricevuto dal Seminario come egli stesso diceva spesso: quante cose ha imparato lì, in particolare dai professori dediti alle scienze naturali. Un ambiente che ha suscitato in lui tante curiosità e sete di conoscere ed è diventata una famiglia più grande con i ragazzi, educatori e insegnanti e personale di servizio”.
“Con le parole e ancora più con l’esempio – ha detto un figlio dopo il funerale - nella tua lunga vita ci hai sempre insegnato i valori ed i principi fondamentali su cui si basa la nostra vita: onestà, fede, famiglia, fedeltà, coraggio, rispetto delle persone, tolleranza, correttezza, solidarietà, lavoro, e molti altri ancora. Valori che i lunghi anni di lavoro in Seminario hanno sicuramente contribuito a far crescere in lui”.
(da L'Azione n° 20 di domenica 11 maggio 2025)