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È domenica sera, appena tornati della Settimana Vocazionale. Vibra il telefonino, che annuncia l’arrivo di un whatsapp da parte di una catechista di Motta: “Grazie di cuore per la preziosa e significativa testimonianza che avete dato questa settimana ai nostri ragazzi: avete riempito il cuore di gioia e di speranza. Dio non chiede cose grandi e impossibili, ma chiama ognuno di noi ad essere grandi nelle piccole e ordinarie cose di tutti i giorni e con Lui tutto è possibile. Buon cammino e buon lavoro con i vostri, ma anche un po’ nostri, seminaristi!”.

Sì, noi seminaristi adesso ci siamo anche un po’ “di quelli di Motta”, dopo aver incontrato i vari gruppi delle parrocchie del Duomo, San Giovanni e Villanova, dal catechismo all’Azione Cattolica, dagli Scout ai chierichetti, fino ai vari gruppi di giovani. Se dovessimo rispondere, diremmo che anche per noi questi incontri hanno riempito di gioia e speranza il nostro cuore e sono stati motivo di scoperta di nuovi aspetti della nostra vocazione e occasione di metterci in gioco con coraggio per annunciare il Signore, facendo conoscere il Seminario, ma anche le nostre esperienze di vita, nell’ascolto della Parola di Dio e nella condivisione della vita insieme.

Nel contesto di questi giorni mottensi, abbiamo avuto modo di scoprire anche “il polo di Carità” che sorge attorno al Santuario della Madonna dei Miracoli, e che si occupa dell’assistenza degli anziani, dei disabili e dei malati. Incontri che ci hanno testimoniato la dedizione al servizio degli altri caratterizzato da uno stile cristiano.

Un grande grazie lo rivolgiamo ai sacerdoti di Motta: don Vittorino, don Claudio e don Giuseppe, che ci hanno accolti facendoci sentire a casa, aprendo a noi le porte di queste belle realtà parrocchiali senza farci mancare niente. Inoltre un sincero ringraziamento lo dobbiamo alla comunità dei frati francescani del Santuario, e in particolare al guardiano padre Mario, che ci hanno ospitati con generosità e con i quali abbiamo condiviso bei momenti di preghiera e di fraternità.

In una settimana si riesce a fare poco, ma le relazioni che nascono possono intrecciarsi e formare un nodo solido. Ce lo ha ricordato un piccolo dono che le parrocchie ci hanno consegnato al termine delle messe di domenica 20 febbraio: una lanterna piena dei nomi dei ragazzi del catechismo e dei giovani incontrati. L’abbiamo accesa, nella nostra cappella di comunità. È una luce che sa di preghiera e di speranza.

 

Marco Gaiotti e Mattia Maset

 

Qulache scatto della settimana:

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