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Mt 5, 1-12

Ci si diverte in Paradiso? La domanda mi è stata rivolta da alcuni ragazzi, tempo fa, a mo’ di battuta (ma dentro le battute dei ragazzi si nascondono spesso desideri veri). E poi hanno incalzato: cosa si farà lassù tutto il giorno? (e la notte, per giunta!?). Ci rivedremo di nuovo? Andremo a fare delle passeggiate? Ci mancherà qualcosa? Saremo felici?

Le domande dei ragazzi ti travolgono come una cascata. Sono in fondo anche le nostre domande; perché tutti, guardando in alto, siamo presi dalla curiosità o dallo spavento o dall’inquietudine … o dal desiderio di abitarvi.

A tutto questo risponde la liturgia della festa dei Santi, una festa popolata di volti. Sono i volti della moltitudine immensa vestita a festa, che Giovanni ha visto e “fotografato” nell’Apocalisse. Sono i volti dei “beati” secondo lo stile di Gesù, poveri e misericordiosi e miti e perseguitati, finalmente ricompensati delle loro aspettative. Sono i volti dei santi che vediamo nelle nostre chiese e nelle nostre case, volti che parlano dalla loro cornice dorata ma dalla quale traspare una umanità a tutto tondo. Sono i volti di tanta gente che non dimora più su questa terra, ma che ci ha lasciato un messaggio importante di vita, che conserviamo come una preziosa eredità …

Non è vuoto il Paradiso. Anzi, è così pieno – ci assicura il Signore – che nessuno riesce a fare la conta di quelli che ci abitano. Eppure non è mai talmente pieno e ingombro da lasciarci senza posto. Non è noioso il Paradiso. Non è grigio. Una festa colorata nella quale l’umanità di ciascuno brillerà e assomiglierà a quella di Cristo.

Tranquilli, ragazzi. Ci si diverte in Paradiso. Perché saremo a contatto con la Vita in persona, Gesù Risorto. E con la sua linfa di energia, che già ora entra nelle vene della storia e la chiama – come chiama me, te, tutti – a quel destino, fatto di Cielo.

Poiché le tue parole, mio Dio,

non sono fatte per rimanere inerti nei nostri libri,

ma per possederci e per correre il mondo in noi,

permetti che, da quel fuoco di gioia da Te acceso,

un tempo, su una montagna,

e da quella lezione di felicità,

qualche scintilla ci raggiunga e ci possegga,

ci investa e ci pervada.

Fa’ che, come fiammelle nelle stoppie,

corriamo per le vie della città,

e fiancheggiamo le onde della folla,

contagiosi di beatitudine, contagiosi della gioia...

           (Madeleine Delbrêl)

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