Usiamo monete per qualsiasi cosa, per comprare, per ottenere... oggi le possiamo avere in tasca in tante forme, anche virtuali. Riconoscere un valore comune ad un “oggetto” di scambio dovrebbe essere un segno di civiltà e di equità, segno di sviluppo e di progresso.
La moneta per avere valore ha da avere un potere d'acquisto: la utilizzo per avere in cambio una certa quantità di beni e servizi e dalla quantità di “monete” capisco la ricchezza o il potere di una persona, magari la sua generosità.
Sappiamo che con questo sistema rischiamo di perdere le relazioni decisive e a forza di dare ad ogni cosa un prezzo perdiamo il valore di ciò che siamo, verso la peggiore delle inflazioni: valgo per quanto possiedo e non per quello che sono; mi gonfio di beni, ma non del soffio dello Spirito Santo; faccio ciò che voglio, ma non dono nulla di me a nessuno.
Anche con il Signore pare che a volte ci si fermi ad una preghiera che ha il sapore del baratto, con uno scambio da “primitivi” nella fede: “Signore, ti do questo se in cambio ottengo così e così”.
Il famoso detto del Vangelo ci mostra un’altra via, quella originaria, che viene prima di ogni commercio: la logica del dono di se stessi.
“Dare a Dio quel che è di Dio” è riconoscere che altro è l’immagine stampata sulla moneta (immagini di uomini o istituzioni deificate), altro è l’immagine di Dio che portiamo in noi stessi: “immagine” significa presenza reale e attiva del Figlio di Dio in noi, significa valere tanto quanto il Signore Gesù Cristo vale agli occhi di Dio Padre.
Per questo nessuno può pagare a Dio un prezzo e riscattarsi, possedersi (Cf. Sal 48, 8). Ci è chiesto però di dire il nostro “Sì”, rispondendo a quella vocazione che il Padre ha in serbo perché ciascuno non si venda al migliore offerente, ma offra in dono la sua vita come segno della ricchezza illimitata di Dio per questo mondo.
Dal Salmo 48
Ascoltate, popoli tutti,
porgete orecchio abitanti del mondo,
voi nobili e gente del popolo,
ricchi e poveri insieme.
Perché temere nei giorni tristi,
quando mi circonda la malizia dei perversi?
Essi confidano nella loro forza,
si vantano della loro grande ricchezza.
Nessuno può riscattare se stesso,
o dare a Dio il suo prezzo.
Per quanto si paghi il riscatto di una vita,
non potrà mai bastare
per vivere senza fine,
e non vedere la tomba.
L'uomo nella prosperità non comprende,
è come gli animali che periscono.
Ma Dio potrà riscattarmi,
mi strapperà dalla mano della morte.