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San Francesco di Sales, patrono del seminario diocesano (ed anche dei giornalisti), è stato solennemente festeggiato lo scorso 24 gennaio, nella concelebrazione eucaristica che è stata presieduta dal vescovo Corrado nella cappella del Sacro Cuore. Numerosi i sacerdoti convenuti, nonché gli amici del seminario (il “Germoglio”, la Scuola di preghiera…) e le realtà che afferiscono al seminario (l’Oda, la Tipse, la Libreria del Seminario, la Biblioteca del Seminario e il Museo di scienze naturali). Mons. Pizziolo ha tenuta un’intensa omelia sulla “dolcezza” di San Francesco di Sales che nasce dalla consapevolezza e dall’esperienza dell’amore del Signore.

Prima della benedizione finale, il rettore don Paolo Astolfo ha ringraziato tutti i presenti: «Il Seminario, cuore della diocesi, ha continuamente bisogno di sentire la vicinanza, l’affetto e la preghiera del presbiterio e di tutto il popolo di Dio, da cui i giovani in cammino provengono e a cui, un giorno con la grazia di Dio, saranno mandati come preti». Un “grazie” speciale è stato poi rivolto al vescovo Corrado: «Le diciamo grazie – ha ribadito don Astolfo – perché in questi anni abbiamo percepito che questo è stato davvero il “suo” Seminario (…) Grazie per la sua presenza paterna e premurosa, attenta e discreta, puntuale e sapiente, nei nostri confronti e nei confronti dei vari educatori succedutisi: sempre disponibile all’incontro, ad un colloquio, ad un consiglio (…) Grazie per la tanta fiducia che ha riposto in ciascuno di noi educatori, per la stima e per il profondo rispetto che ha avuto per la nostra opera educativa. Grazie per la sua presenza e vicinanza in tutti gli appuntamenti principali dei vari anni formativi, nei momenti di festa, come pure nelle ore più faticose (…) Grazie per aver camminato con noi e per essersi messo con noi in ascolto di ciò che il Signore ci stava dicendo in questo tempo ecclesiale, certamente non facile per quanto riguarda il Seminario e la pastorale vocazionale più in generale». Da questo discernimento sono nate le comunità de “Il Germoglio” a Pieve di Soligo e a Oderzo, ed ora sta muovendo i primi passi una terza comunità che troverà collocazione a Cordignano (e di cui avremo modo di parlare prossimamente). «Grazie – ha concluso don Astolfo – anche per la cura espressa per quanto riguarda la gestione amministrativa ed economica dell’Ente ecclesiastico Seminario Vescovile che lascia in una situazione di salute molto più serena che nel passato»: un grazie, questo, che poi è stato esteso dal vescovo Corrado anche ai suoi collaboratori, e in modo del tutto particolare all’economo diocesano Alessandro Testa.
«La sua guida e la sua testimonianza di fede – ha poi affermato Davide Antiga, nel suo intervento di ringraziamento a nome dei giovani del seminario – sono stati doni preziosi per noi. Con scienza e sapienza in questi anni ci ha guidato e come padre ci ha accompagnati nel nostro cammino vocazionale, affinché potessimo rispondere con prontezza alla chiamata del Signore (…) Negli incontri avuti personalmente abbiamo potuto approfondire la relazione con lei e gustare così della sua presenza discreta e colma di simpatia, mai all’insegna della severità o della rigidità».
Al termine della messa, il rettore ha consegnato al vescovo una croce pettorale in legno: «Una croce, da portare al petto, vicino al cuore – ha spiegato ancora don Astolfo – affinché possa continuare a ricordarsi del “suo” Seminario e dei seminaristi, di ieri, di oggi e di domani». 

Alessio Magoga

(da L'Azione n°4 di domenica 2 febbraio 2025)

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