
Lunedì 6 ottobre, durante la S. Messa feriale nella chiesa parrocchiale di Ceggia, dove è in servizio pastorale da ottobre 2022, il seminarista Davide Antiga (25 anni a dicembre) riceverà dal vescovo Riccardo il mandato missionario: venerdì 17, infatti, partirà alla volta di Tanhacu, dove si trovano in missione don Paolo Salatin e il vescovo emerito Corrado, e rimarrà con loro per tre mesi di esperienza missionaria nella diocesi di Livramento. Gli abbiamo fatto qualche domanda perché ci racconti come si sta preparando all'esperienza.
Davide, come è maturata questa proposta? Che significato assume nel tuo cammino in vista dell'ordinazione diaconale e presbiterale?
Dopo aver conseguito il Baccalaureato, si è presentata l’occasione di dedicare del tempo alla formazione, prima di compiere una scelta definitiva per la mia vita. Questa decisione è maturata nel confronto con gli educatori in Seminario; con sincerità posso dire che si è creata una bella e inaspettata sintonia nel decidere di intraprendere questa esperienza missionaria.
Essa assume un significato particolare, poiché il sacerdote è chiamato a vivere e ad annunciare il Vangelo con la propria vita, ancora prima che con le parole, là dove si trova. Ritengo che questa esperienza possa aiutarmi a crescere nella mia umanità, che desidera prendere la forma di Cristo ed essere un suo segno in mezzo ai fratelli.
Come ti stai preparando in queste settimane?
Mi sento accompagnato da don Paolo, rettore del Seminario, e da Mariagrazia dell’Ufficio Missionario diocesano. Mi sto esercitando con la lingua portoghese grazie alla disponibilità di un’insegnante. Inoltre, ho partecipato ad una delle cinque settimane del corso per i partenti che attualmente si sta svolgendo al CUM di Verona (vedi foto di gruppo. n.d.r.).
Un desiderio e una preoccupazione rispetto all'esperienza che andrai a vivere?
Uno dei miei desideri è quello di conoscere un volto e uno stile diverso di essere Chiesa, per allargare il mio cuore e il mio orizzonte, sentendomi sempre più parte della Chiesa presente in tutto il mondo.
In me prevale un senso di leggerezza e di attesa: sono consapevole che non parto per “fare”, ma piuttosto per “stare” e vivere insieme ai fratelli e alle sorelle di Livramento.
In questo momento, la mia principale preoccupazione riguarda l’aspetto linguistico, poiché la lingua è uno strumento essenziale per comunicare.
(da L'Azione n° 39 di domenica 5 ottobre 2025)














