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Incontro della scuola di preghiera

7 febbraio ’14

In ascolto della Parola di Dio

Dal vangelo di Luca

Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!».

Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco». Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».

Testo della meditazione proposta

Si dice che quando è in gioco l’amore non servano molte parole, che dell’amore non bisogna parlare, ma viverlo, farne esperienza.

L’amore non ha bisogno di tante parole…

Così sembra insegnarci anche la donna peccatrice del vangelo di Luca: non dice niente, non dice nulla, ma Gesù riconosce che ha molto amato. Di lei a parlare è altro…

Sono i suoi movimenti, i suoi gesti, le sue lacrime a raccontarci il suo grande amore; movimenti, gesti, lacrime ci parlano dell’amore di questa donna; gesti semplici, ma evocativi e capaci di comunicare molto…

Quasi a dare il sigillo e il senso di tutti gli altri gesti c’è il profumo versato sui piedi di Gesù: anche il profumo parla, ha una sua parola da dire sull’amore;

Il gesto del profumo sui piedi di Gesù è forse quello che fa meno rumore, perché il profumo non fa rumore, ma è una parola di amore.

La donna porta con sé un un vaso di profumo, muron in greco, con il significato di essenza odorosa, olio, etc. quelle che oggi vanno di moda anche nelle nostre case.

Quell’essenza, quell’olio emana un profumo, il profumo dell’amore perché appartiene a una donna che ha saputo amare tanto Gesù…

Generalmente le etichette dei profumi che utilizziamo cercano di descrivere tutte le molteplici sfumature che l’olfatto può riconoscere. Così il profumo dell’amore di quella donna ha molte sfumature. Quali, dunque, le sfumature che caratterizzano l’amore cristiano, quelle che quando le senti le riconosci subito e ti caratterizzano subito come cristiano nel tuo modo di amare?

-          L’essenza odorosa ha il profumo dell’amore fisico, del quale non dobbiamo avere paura; soprattutto se vissuto nella dimensione bella della tenerezza e della delicatezza; sono teneri e belli i gesti del baciare, dell’asciugare con i capelli, del cospargere di olio. Non dobbiamo avere paura che Dio ci chieda di amare il prossimo con il nostro corpo, con la nostra fisicità, altrimenti l’amore resta solo una cosa di testa. La nostra capacità di amare passa attraverso il nostro corpo, che diventa strumento di amore dato e ricevuto

L’incarnazione di Gesù ci ricorda che il nostro corpo ha a che fare con l’amore di Dio e dei fratelli, e non dobbiamo averne paura; ma possiamo chiederci quale sia  lo stile del cristiano quando si mette in gioco in una relazione con il suo corpo? Cosa ci permette di entrare in contatto con il corpo dell’altro come ha fatto questa donna? Cosa ci permette di guardare al corpo degli altri con gli occhi stessi di Dio?

La risposta a questa domanda sta in un’altra sfumatura dell’olio odoroso che usa la donna: quell’olio, infatti, ha anche il profumo della gratuità.

-          L’essenza odorosa usata dalla donna ha il profumo della gratuità: olio prezioso, che costava molto e che di solito si versava sul capo e non sui piedi, per cui un vero e proprio spreco, compiuto solo per amore, come gesto di amore nei confronti di Gesù, senza aspettarsi niente in cambio.

L’olio profumato è un liquido pregiato in serbo per occasioni straordinarie, eccezionali. Non si usa come si usa l’acqua. L’olio profumato è delicato e costoso. Il profumo non si dona a chiunque, né si usa inutilmente. È un dono destinato a dimostrare molto amore… L’unzione della donna sprigiona un aroma di gratuità.

È l’amore dato gratuitamente che moltiplica e rende forte l’amore della donna, come riconoscerà poi Gesù. La gratuità è capace di rendere nuovo e bello un gesto, un movimento, un bacio che la donna aveva probabilmente compiuto in altri contesti e con finalità diverse.

La gratuità è capace, dunque, di rinnovare e trasfigurare le nostre relazioni di amore quotidiane, tra fidanzati, sposi, amici, dentro la famiglia, nel lavoro, a scuola. Di renderle belle, sciolte, normali, a immagine di Dio, secondo la sua volontà e il suo progetto.

-          L’essenza odorosa ha il profumo della novità, dell’amore capace dunque di rendere nuove tutte le cose, di rinnovare l’immagine che abbiamo di noi stessi e di Dio, aperti alle sorprese di Dio e al suo modo di pensare l’amore, che non è quello che comunemente ci viene in mente per primo.

Infatti, l’essenza che la donna portava nel vaso, forse, era frutto di illeciti amori, ma versato con gratuità sui piedi di Gesù assume un significato e uno scopo diverso. Così il nostro desiderio di amore spesso è segnato dall’egoismo, ma con Gesù non è mai tropo tardi per riprendere il passo giusto e ritrovare l’armonia e la gioia di amare.

Così nella nostra vita possiamo arrivare a Gesù con tanti modi illeciti di amare ed essere amati, ma con Lui tutto si rinnova. Tutto può crescere e maturare ancora, per fiorire in bellezza, e per dirla con una frase più famosa, con Gesù anche le ferite della vita possono trasformarsi in feritoie attraverso le quali far passare la grazia.

Simone, il fariseo. Non ha questa speranza ed è incapace di riconoscere la forza rinnovante dell’amore di Gesù che si manifesta alla donna nel perdono.

-          L’essenza odorosa ha il profumo dell’amore ricevuto nel perdono. È questo amore ricevuto che lo trasforma. La donna ha molto amato, perché si sente perdonata da Gesù, o meglio, trattata non da peccatrice, e quindi lontana da Dio, ma amata come persona preziosa agli occhi di Dio e perdonata.

L’esperienza del perdono è un vero e proprio bacio che Gesù restituisce a quella donna.

Il sacramento della riconciliazione è questo bacio che Dio ci regala ogni volta che, come quella donna, ci lasciamo amare da lui, in modo gratuito e vero.

La riconciliazione va vissuta con questa tonalità dell’incontro di amore e di tenerezza

Che il Signore ci dia a tutti noi la grazia di non avere paura della consolazione del Signore, di essere aperti: chiederla, cercarla, perché è una consolazione che ci darà speranza e ci farà sentire la tenerezza di Dio Padre”.(Papa Francesco)

 

Cari fratelli e sorelle, lasciamoci avvolgere dalla misericordia di Dio; confidiamo nella sua pazienza che sempre ci dà tempo; abbiamo il coraggio di tornare nella sua casa, di dimorare nelle ferite del suo amore, lasciandoci amare da Lui, di incontrare la sua misericordia nei Sacramenti. Sentiremo la sua tenerezza, tanto bella, sentiremo il suo abbraccio e saremo anche noi più capaci di misericordia, di pazienza, di perdono, di amore.(Papa Francesco)

È questa tenerezza che rende forte davvero il nostro amore, e ci rende capaci di amare oltre ogni misura, cento volte tanto…

-          L’essenza odorosa ha il profumo dell’amore che sa desiderare l’incontro con l’amato e proprio per questo sa anche cercare l’amato, lo desidera e lo cerca come colui che fa di tutto per trovare la perla preziosa, il tesoro; fino a rischiare di perdere la propria vita. La donna peccatrice rischiava la vita avvicinandosi a Gesù. Ha rischiato la vita per stare con Lui. Questo rischio è quello che ha corso Gesù per primo con noi, con l’umanità; Dio ha sempre cercato l’uomo, ha desiderato fortemente l’incontro con l’uomo, fino al mistero grande di amore che è la vita di Gesù Cristo, rischiata e persa per amore…

“l’eros fa parte del cuore stesso di Dio: l’Onnipotente attende il “sì” delle sue creature come un giovane sposo quello della sua sposa.” (Benedetto XVI).

 

È il rischio della ricerca, del buttarsi, del mettersi in gioco, della scelta, della decisione…Non esiste amore bello e vero senza scelte, decisioni, azioni, volontà…

“- Mamma, perché hai sposato papà?

-          Secondo te?

-          Perché ti ha regalato una stella?

-          Perché volevo amarlo”

(D’Avenia, Bianca come il latte, rossa come il sangue)

Quanto amore allora desideriamo e quanto ne avremo per la nostra vita?

Non ci sono formule magiche, oroscopi, cioccolatini, o giorni speciali che tengano e che siano in grado di darci una risposta precisa…

Il vangelo ci offre questo profumo della donna peccatrice, un profumo che per poter essere gustato va versato, va donato, va condiviso, va offerto.

Alcune essenze tra le più pregiate, per poter essere apprezzate al meglio, vanno versate su qualcosa di caldo perché possano evaporare, devono dunque consumarsi, dissolversi, perdersi.

Così possiamo fare della nostra vita, se la versiamo in quel crogiuolo caldo che è la carità, nel dono di se stessi, farà sentire tutto il suo profumo che si diffonderà intorno, così che tutti possano goderne.

Dice san paolo nella 2 Cor 2,14-15:

 

14Siano rese grazie a Dio, il quale sempre ci fa partecipare al suo trionfo in Cristo e diffonde ovunque per mezzo nostro il profumo della sua conoscenza! 15Noi siamo infatti dinanzi a Dio il profumo di Cristo per quelli che si salvano e per quelli che si perdono

È un po’ quello che vogliamo dire ogni volta che usiamo l’incenso nella nostra preghiera cristiana…Sulle braci versiamo dell’incenso che al contatto con il calore  diffonde il suo profumo dissolvendosi nell’aria.

È un modo per compiere ancora una volta il gesto della donna nei confronti di Gesù, un gesto che può essere e diventare vero solo quando è vissuto quotidianamente nella carità che riscalda i nostri cuori e ci rende capaci di sprigionare un profumo gradito a Dio e al prossimo…il profumo della carità.

Anche questa sera, stiamo dunque davanti all’eucaristia per poter accogliere e gustare tutte le caratteristiche del profumo dell’amore di Cristo e diventare a nostra volta profumo di Cristo per tutte le persone che Dio ama.

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