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LettVoc TO02

Gv 1, 29-39

 

Dito puntato…

 

Un gesto e poche parole ci mostrano la grandezza di Giovanni Battista, la sua abilità educativa, la sua profonda capacità di essere guida spirituale, la sua attitudine all’accompagnamento vocazionale. Egli, infatti, indica e annuncia a tutti che quel Gesù che ha battezzato nel Giordano è l’atteso Messia, è il Figlio di Dio. Non ha più senso, perciò, avere dei propri discepoli: bisogna seguire solo Gesù. Giovanni è chiamato a passare in secondo piano, a mettersi in disparte lasciando che il protagonista sia Gesù. La sua mediazione non serve più: l’obiettivo è raggiunto.

 

Beati noi, se nel nostro cammino vocazionale troviamo guide capaci di un così grande distacco da sé, accompagnatori preoccupati della gioia di Gesù e della nostra, non della propria: veri amici dello Sposo. Come il Battista!

 

Dito puntato… su Gesù

 

Con le sue parole, poi, Giovanni ci fa un ultimo dono: ci insegna che Gesù è “l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato dal mondo”. Senza tanti giri di parole, Giovanni, va al cuore dell’identità e della missione di Gesù: è venuto per la nostra salvezza, e ce ne ha fatto dono offrendosi come agnello immolato. La sua offerta pasquale ci ha rivelato l’amore di Dio, ci ha mostrato che solo l’Amore donato ci salva, ci libera dal peccato.

 

Beati noi, se nel nostro cammino spirituale sperimentiamo che Gesù è davvero colui che ci ama donando tutta la sua vita per noi; se comprendiamo che accogliere la chiamata del Signore significa accogliere la salvezza che lui ci dona. Come agnello immolato, come agnello di Dio!

 

O Padre,

che in Cristo, agnello pasquale e luce delle genti,

chiami tutti gli uomini a formare il popolo della nuova alleanza,

conferma in noi la grazia del battesimo con la forza del tuo Spirito,

perché tutta la nostra vita proclami il lieto annunzio del Vangelo.

(Colletta, dalla liturgia del giorno)

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