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20191117 XXXIII Tempo Ordinario C

Lc 21,5-19

Dopo aver parlato di distruzione, disastri naturali, persecuzioni e tradimenti, Gesù conclude in modo sorprendente: «nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto». L’invito è ad avere fiducia, nonostante tutto, perché nel caos della storia lo sguardo del Signore è fisso su di me, non giudice che incombe, ma custode innamorato di ogni mio frammento (E. Ronchi).

Il senso di appartenenza e il sentirsi protetti e custoditi da Dio dovremmo forse re-impararli dai bambini e dai cristiani in stato di persecuzione. Noi, abituati ad avere tante sicurezze, siamo scarsi in affidamento e senza questo atteggiamento nessuna scelta definitiva è possibile nella vita: né dirsi un reciproco sì nel matrimonio cristiano; né credere fermamente che in ogni scelta di speciale consacrazione il lasciare non regge minimamente il confronto con il trovare, perché Dio assicura il suo conforto, la sua pace e il centuplo.

Un secondo atteggiamento che Gesù vuole far maturare in noi è la perseveranza. Mi vengono in mente queste parole di una canzone:
 

Sempre lì
Lì nel mezzo
Finché ce n'hai stai lì
Stai lì
Sempre lì
Lì nel mezzo
Finché ce n’hai
Finché ce n’hai stai lì
(da "Una vita da mediano" di Luciano Ligabue)

Si parla di un mediano, cioè di un giocatore di calcio che occupa un ruolo di fatica, sacrificio; un ruolo che richiede molta costanza e che spesso è relegato nel nascondimento, pur risultando strategico in una zona nevralgica del campo, dove “passa” il gioco. 

Il mediano deve abituarsi più all’umiltà che alla gloria; più a costruire che a finalizzare… è un ruolo così ambito?

Probabilmente no, nello stesso modo in cui la perseveranza non sembra essere una virtù così attraente. Eppure è decisiva, perché, dice Gesù, «con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».

Quando preghiamo per le vocazioni, chiediamo il dono della perseveranza per quanti sono in cammino di discernimento o di formazione; ma chiediamo anche che quanti hanno già risposto alla chiamata ad essere preti o consacrati, si mantengano fedeli agli impegni che si sono assunti davanti a Dio, alla Chiesa, al mondo e non si perdano d’animo di fronte a insuccessi o incomprensioni.


Seguire il Cristo con cuore deciso,
non è accendere un fuoco d’artificio
che lampeggia e poi si spegne.
È entrare, poi rimanere, in un cammino di fiducia
che può durare tutta la vita.
La gioia del Vangelo,
lo spirito della lode,
supporrà sempre una decisione interiore.
Osare cantare il Cristo fino alla gioia serena...
Non una gioia qualsiasi,
ma quella che proviene direttamente dalle sorgenti del Vangelo.
(frère Roger)

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