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20190310 I Quaresima C

 

Lc 4,1-13

 

Ogni anno all’inizio della Quaresima la liturgia ci pone davanti l’episodio delle tentazioni di Gesù.
All’inizio di un tempo forte e impegnativo per la conversione di ciascuno e della Chiesa intera, la Scrittura ci ricorda che anche Gesù è stato tentato. Anche lui, infatti, ha dovuto decidere tra bene e male, alla vigilia di grandi momenti della sua vita: all’inizio della vita pubblica, dopo il Battesimo nel Giordano – è il brano che ascoltiamo oggi – e alla vigilia della Passione, il “momento fissato”, come ricorda ancora la chiusura del Vangelo odierno.

Alla vigilia di una scelta, quando è il momento di decidere, la tentazione si fa più intensa.
È sempre così, in particolar modo quando è in gioco la propria vocazione, quando è in gioco la propria vita.

Nei tre NO di Gesù alle tentazioni del diavolo, possiamo perciò scorgere tre messaggi, tre insegnamenti per noi e per il nostro modo di vivere e dire SÌ alla chiamata del Signore.

NO…alla vocazione intesa come un lavoro, come un mestiere; ad un cammino di ricerca vocazionale vissuto nell’ottica di una pura e semplice realizzazione dei propri bisogni e delle proprie attese.
Nella risposta di Gesù alla prima tentazione “Sta scritto: ’Non di solo pane vivrà l’uomo’” si nasconde uno dei desideri più belli e allo stesso tempo una delle promesse più grandi: siamo fatti per scelte che rimangano per sempre, siamo fatti per scelte che non passano, il nostro è per l’eternità!

NO…alla vocazione intesa come forma di potere sugli altri e, allo stesso tempo, NO ad un cammino di ricerca fatto nella “schiavitù” del far contento qualcun altro, dell’essere condizionati dagli altri, dalla loro volontà oppure dai loro giudizi.
Gesù afferma: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”. Ogni “sì” alla propria vocazione è un “sì” al Signore, è il “sì” di un figlio all’Amore del Padre: un che può essere solo libero e gioioso.

NO…alla vocazione vissuta come affermazione e realizzazione personale, No ad un cammino di ricerca di uno status sociale…di chi in fondo vuole sistemarsi da sé, perche non si fida completamente di Dio.
Quando Gesù dice: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”, vuole ricordarci che rispondere alla chiamata del Signore significa fidarsi di lui e della sua promessa; il nostro è un atto di fiducia, è un atto di fede.

 

Signore Dio
Tu ami le tue creature
E non provi disprezzo per nessuna delle tu opere:
non guardare ai nostri peccati
ma rinnovaci con il tuo Spirito,
affinché accogliamo con gratitudine
questo tempo favorevole,
tempo di ritorno a te
e di riconciliazione tra noi tuoi figli.
(Monastero di Bose, Preghiera dei giorni)

 

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