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Siamo Tommaso, 20 anni da Ceneda, e Michele, 19 anni da Motta di Livenza: quando qualcuno ci chiede cosa facciamo nella vita, rispondiamo: “Siamo in Comunità vocazionale a Castello Roganzuolo”.

Molto spesso ci troviamo ad affrontare una reazione di stupore e di incomprensione, con la relativa domanda: “Cos’è la Comunità vocazionale?”. Per spiegarlo ci pare utile partire da una parola particolare, “discernimento”, che indica la capacità di formulare un giudizio o di vagliare il bene dal male. Su questo termine si erige il senso della comunità, ossia fornire ai giovani l’opportunità di riflettere su una possibile vocazione al sacerdozio e quindi di ragionare sulla propria vita e di darle un senso. In effetti, tutti avremmo almeno un po’ bisogno di una Comunità vocazionale per rispondere alle nostre domande sulla fede e quindi sulla vita. Ovviamente non si può agire da soli in tutto ciò, abbiamo bisogno di qualche guida o punto di riferimento o per meglio dire di qualche amico che ci consigli. È per questo motivo che noi giovani siamo accompagnati in questo cammino di ricerca da un educatore che vive con noi, don Alessandro, e da una guida spirituale, don Marco; ma senza dimenticare e tralasciare la famiglia e gli amici di sempre, le nostre parrocchie e cappellani… Le nostre giornate tendono ad essere particolarmente impegnative e comprendono vari momenti di preghiera e lo studio delle discipline teologiche; non mancano poi le attività sportive, gli incontri di formazione, i lavori manuali, le serate dedicate alla visione di un film o ad un gioco da tavolo.

Tommaso e Michele (in L'Azione del 15/11/2020, titolo In verifica di una possibile vocazione)

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